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Laguna 29 settembre . ( Chioggia e Pellestrina )

Chioggia:

I veneziani dicono che Chioggia è una piccola Venezia .

I chioggiani dicono che Venezia è una grande Chioggia ed hanno ragione perchè Chioggia fu fondata molto prima . 1500 A.C.

pittoresca la sua fisionomia a  lisca di pesce, nei suoi canali scavalcati da ponti e nelle vie fiancheggiate da edifici veneziani.

A Chioggia visiteremo   :

Il campanile della Torre dell’Orologio della Chiesa di Sant’Andrea  costruito intorno al 1386, in stile romanico.

L’Orologio della torre campanaria nata come faro e torre di avvistamento, è il  più antico al mondo ,
La millenaria Torre dell’orologio consente una visione panoramica stupefacente di Chioggia e la sua storia pare sia legata alla famiglia dei Dondi famosi costruttori di meccanismi del tempo.

Dalla sommità della torre si può vedere e fotografare la laguna .

Altra cosa interessante da vedere li vicino, il mercato del pesce.

Alle ore 11,15  in cima al corso del popolo prenderemo il Bragozzo di Ulisse col quale raggiungeremo l’isola di Pellestrina. 

Arriveremo con il Bragozzo all’ Oasi naturalistica Ca’ Roman, quaranta ettari di spiaggia, macchia e dune selvaggie, dove sono possibili interessanti osservazioni faunistiche.Ci dirigeremo quindi verso l’imbarco  di  Pellestrina dove prenderemo un autobus che ci porterà al lato opposto dell’isola, e di qua torneremo a piedi all’imbarco, dove prenderemo il vaporetto  per   Chioggia.

L’isola è lunga 12 km. , larga 200 / 300  metri,  con calli e campielli.

E’ divisa in 3 borghi: Pellestrina, Portosecco e   San pietro in Volta.

Sull ‘isola è possibile incontrare donne che fanno i famosi merletti,  pescatori che “ciacolano”

e  fare  foto pittoresche . Nel lato laguna  ci sono i centri abitati , dal lato opposto la spiaggia. Nel cento la strada principale. Si consiglia di percorrere il lato laguna  e di godere della tranquillità del luogo esplorando gli angoli nascosti.

Gli orari del traghetto di ritorno sono 16,30 – 17 – 17,30 . 

 Chi ritorna prima può continuare a visitare Chioggia .

L’appuntamento è alle 18 al pullman.   L’arrivo è previsto verso le 22.

 

Buona gita a tutti.

Se volete comunicare con me:

                                                                Cesare 3356273886

 

12-13-14 luglio Abruzzo Parco del Velino-Sirente

Partenza alle ore 5 da via Don Gnocchi

velino pdf

Venerdi 12 luglio: LA SERRA DI CELANO ed il monte Tino: “Un panoramico balcone sul Fucino” – Parco Regionale Velino-Sirente

Per arrivare all’ inizio del sentiero: partendo da  Celano, si imbocca la strada statale n. 5 bis che va verso Ovindoli. Dopo circa 4 Km si trova il bivio per S. Iona e Forme e qui si può parcheggiare l’autobus.

Accanto all’abitazione che si trova di fronte al bivio c’è un cartello stradale sul quale si trova il segnavia iniziale del sentiero n. 11A.

Dettaglio escursione: salita sul Monte Tino (1923 m)

Percorriamo interamente il sentiero 11A che con interessanti tornanti in una verde pineta ci permetterà di guadagnare subito quota. Dopo il sentiero arriviamo alla panoramica cresta che dà sulle Gole di Celano che ci porterà sulla vetta. Il monte Tino è Una montagna di bell’aspetto, che offre interessanti scorci sulla vallata sottostante .Dalla  vetta (1923 mt),potre mo ammirare Celano con il suo castello medioevale, la piana di S. Vittorino, il Sirente, la piana del Fucino ed il Velino. In cima c’è una grande croce di vetta con una campana udibile fino a valle. Il ritorno lo facciamo prendendo il sentiero n. 11b fino a Celano dove ci riprenderà il pullman.

Informazioni:   Difficoltà: escursione adatta a persone mediamente allenate Dislivello: 900 mt   Lunghezza: circa 10-11 km 6 ore circa complessive di escursione

Alternativa più facile: passeggiata libera a Celano dove è possibile visitare il castello omonimo.

Sabato 13 luglio :   Cartore – Lago della Duchessa – Cartore 900 m dislivello circa (per la maggior parte del gruppo)  Escursione media

Il lago della Duchessa è uno splendido bacino d’altura incastonato tra le vette dell’omonima riserva, a 1800 metri di quota. Un luogo magico, importante non solo dal punto di vista paesaggistico e naturalistico: segna, infatti, il confine ideale tra il Lazio e l’Abruzzo, tra le province di Rieti e L’Aquila.  Da un tabellone della Riserva si seguono i segnavia 2B, che si alzano per una carrareccia, e poi deviano a destra per un sentiero, entrando nella profonda e suggestiva Val Fua, che si risale tra fitto bosco e grandi massi. Dove il vallone diventa più ripido, il sentiero si alza a tornanti e poi si sposta sulla sinistra, superando dei passaggi in cui il tracciato è stato scavato nella roccia. Una bella cengia artificiale attrezzata con una catena porta all’inizio (1450 m circa, 1.15 ore) della faggeta della Valle del Cieco. La si risale, sul sentiero che all’inizio è molto ripido e poi diventa più dolce. Usciti dal bosco, si arriva ai rifugi delle Caparnie (1718 m, 0.45 ore) raggiunti dalla strada sterrata che passa per la Val Cesa. Alcune di queste costruzioni vengono utilizzate in estate dai pastori, una è stata ristrutturata dal CAI di Avezzano e dedicata all’alpinista Gigi Panei. Si prosegue per i pascoli delle Caparnie, si scavalca un’ampia sella erbosa (1802 m) e si scende al Lago della Duchessa (1788 m, 0.15 ore), dominato a nord dai pendii sassosi ed erbosi del Monte Morrone e a sud dalle pareti di roccia del Muro Lungo. Il panorama e l’atmosfera serena delle rive del Lago consigliano una lunga sosta. La discesa richiede 1.30 ore fino a Cartore.              850/900 m dilivello 5:30 h circa  Segnaletica bianco-rossa 2B

Variante  impegnativa: Monte velino da Rosciolo  dei Marsi con eventuale anello che passa dal lago e scende a Cartore (per pochi escursionisti ben motivati)

Il sentiero non presenta particolari difficoltà tecniche ma è considerato difficile per il notevole dislivello. Dopo essere partiti dal parcheggio si sale costantemente nel bosco fino ad arrivare al grazioso rifugio Capanna di Sevice. Dal rifugio dopo un’ ora circa si arriva alla Vetta del Velino (2458) da dove si gode una vista incomparabile di tutta la piana di Avezzano.

A questo punto si può decidere in base al tempo e a quanto siamo affaticati come chiudere il giro. Dalla vetta possiamo proseguire verso il monte Bicchero per poi

 arrivare al lago della Duchessa e riscendere a Cartore. Il dislivello complessivo sarà di 1900 m circa e il giro totale diventa circa 22-23 km circa

Altrimenti possiamo rifare lo stesso sentiero dell’ andata, un po’ più corto (circa 20 km) ma con meno dislivello. Oltre 1600 m di dislivello complessivi (o 1900 se si fa il giro completo). 8-9 ore circa

14 luglio escursione turistica:    mattina – Villa Adriana.    Pomeriggio – Tivoli, con possibilità per chi è interessato, di visitare Villa D’este o Villa Gregoriana

Villa Adriana

Villa Adriana fu una residenza imperiale extraurbana fatta realizzare dall’imperatore Adriano (117138) durante la prima metà del II secolo presso Tivoli.

La struttura appare come un ricco complesso di edifici realizzati gradualmente ed estesi su una vasta area, che doveva coprire circa 120 ettari. Nel 1999 Villa Adriana è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

La villa è formata da una serie di edifici collegati fra loro, ciascuno dei quali aveva una precisa funzione: l’edificio con tre esedre, il ninfeo stadio, l’edificio con peschiera, ai quali vanno collegati il quadriportico, le piccole terme, e poi ancora il vestibolo, il padiglione del pretorio.  Nella sua dimora, inoltre, l’imperatore volle riprodurre luoghi e monumenti che lo avevano affascinato durante i suoi innumerevoli viaggi.

Nella villa si possono osservare il Pecile, un enorme giardino, circondato da un porticato con una piscina centrale ed utilizzato per le passeggiate estive ed invernali, il Canopo, un lungo bacino d’acqua ornato da colonne e statue che culmina con un tempio sovrastato da una cupola a spicchi, i resti di due stabilimenti termali: le Grandi Terme e le Piccole Terme. Queste ultime erano dotate di un frigidarium a cielo aperto e di una sala rotonda con cupola a cassettoni ove si aprivano cinque grandi finestre. Decorati con preziosi stucchi, questi edifici erano dedicati alla famiglia imperiale e ai suoi ospiti.

Le Grandi Terme, riservate al personale addetto alla Villa, presentavano un sistema di riscaldamento posto sotto il pavimento e un’imponente sala circolare adibita a sudatio
Degna di nota è la grande copertura a crociera della sala centrale ancora in perfetto equilibrio, nonostante il crollo di uno dei quattro punti di appoggio. Tra i luoghi relativamente ben conservati della vila ci sono l’accademia, lo stadio, il palazzo imperiale, la Sala dei filosofi, il Teatro greco e la Piazza d’oro, una maestosa struttura che aveva funzioni di “rappresentanza” e contemplava un vasto peristilio arricchito da finissimi stucchi. Lo splendido Teatro Marittimo è invece una sorta di isola con un colonnato ionico, circondata da un canale.   Biglietto di ingresso € 10,00

Villa d’Este

Villa d’Este, insieme a Villa Adriana e il Parco di Villa Gregoriana, forma un circuito di straordinario pregio architettonico, artistico, storico e ambientale. Per questo fu inserito tra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità dall’UNESCO. Un vero capolavoro del giardino all’italiana, tanto da essere preso come esempio per realizzare altri giardini europei del manierismo e del barocco. Nel parco di Villa d’Este si concentrano un numero considerevole di fontane, ninfei, grotte, giochi d’acqua e musiche idrauliche. Tutto questo forma un quadro ricco di dettagli, di scorci e di angoli caratteristici che sono una vera gioia per gli occhi.

La villa è formata da ben 35.000 m2 complessivi di giardini, 250 zampilli, 60 polle d’acqua, 255 cascate, 100 vasche, 50 fontane, 20 esedre e terrazze,  30.000 piante a rotazione stagionale, 150 piante secolari ad alto fusto, 15.000 piante ed alberi ornamentali perenni, 9.000 m2 tra viali, vialetti e rampe.    Biglietto di ingresso € 13,00

Villa Gregoriana

Villa Gregoriana conosciuta anche con il nome di Parco Villa Gregoriana dopo il restauro del 2002 voluto dal FAI, è una delle maggiori aree di valore storico, archeologico e ambientale del Lazio. Si trova a Tivoli, nella valle scoscesa tra la sponda destra dell’Aniene e l’antica acropoli romana. È considerato uno dei più caratteristici esempi di giardino romantico, grazie alle sue peculiarità estetiche e paesaggistiche. Famosa è la Grande Cascata che si può ammirare in alcuni punti panoramici durante la visita.      Biglietto di ingresso € 8,00

ESPERIENZE DI VIAGGI ALLA RICERCA DELL’ AVVENTURA – VENTESIMA EDIZIONE

“ESPERIENZE DI VIAGGI ALLA RICERCA DELL’ AVVENTURA – VENTESIMA EDIZIONE”.

Anche per quest’ anno dopo ben vent’anni si svolgerà la nostra consueta rassegna di annuale di diapositive.

Si tratta di 3 venerdi’  di proiezioni : 10 maggio,   17 maggio e l’ultima il 31 maggio, che si svolgeranno alla Limonaia  della villa Montalvo di Campi Bisenzio dalle ore 21:30 circa con ingresso gratuito. Partecipate numerosi e diffondete la voce.

Programma serate:

– 10 MAGGIO 2019  «In viaggio con i Nenets»  di Antonio Porcelli

 Proiezione di fotografie e racconto di viaggio con immagini molto emozionanti sui pastori di renne Nenets, tribù nomade che vive nella parte più estrema della Siberia

Link informativo di una proiezione passata  

– 17 MAGGIO 2019   “Ritorno alle origini, il mio cammino verso casa” di Angela Piacente

Foto, immagini e presentazione del nuovo libro da parte della nostra amica Angela.Un lungo cammino che parte da San Giorgio a Colonica (Po) fino a Sepino, un piccolo paese del  Molise .

link del libro di Angela

 – 31 MAGGIO 2019   “Armenia”  di Gianfranco Gori

Video-proiezione digitale a cura di Gianfranco Gori di un viaggio in Armenia 

 

Capri e la penisola sorrentina – 25-28 Aprile (programma)

Capri e la penisola sorrentina – 25-28 Aprile


Programma dettagliato


Partenza dal parcheggio Don Gnocchi ore 5:00 del mattino.


Primo giorno

Variante Media

Partiamo dalla piazzetta di Termini, piccola frazione di Massa Lubrense, e ci incamminiamo lungo un’antica via romana di cui sono ancora visibili alcuni resti, tra scale e stradine secondarie verso la chiesa di Nerano. Qui comincia il sentiero vero e proprio che ci porta dritto dritto alla spiaggetta di Jeranto dalla quale ammireremo i Faraglioni di Capri in lontananza, ma già dall’inizio del percorso si apre una vista meravigliosa sulla costa, le torri saracene e sugli isolotti dei Galli. Dalla spiaggia si prosegue fino a raggiungere l’estrema punta della Penisola Sorrentina, dove si possono osservare i resti della torre di “Punta Campanella” del XIV secolo. Qui sorgeva nell’antichità il tempio di Atena – Minerva, ed è per questo che l’area era chiamata Promontorio Ateneo dai greci, dove nel corso dei secoli sono state costruite, per culto o esigenze militari, templi, opere di difesa e bellissime ville di cui oggi, però, non resta quasi nulla. Dalla torre è possibile arrivare, tramite una scalinata, alla famosa e suggestiva grotta delle Sirene. A questo si prosegue in salita verso Monte San Costanzo a quota 500 m ca. per ammirare dall’alto la Baia di Jeranto, la Costiera Amalfitana e il Golfo di Salerno da una parte, e il Vesuvio e il golfo di Napoli dall’altra, nonché per una breve sosta alla Cappella di San Costanzo prima di rientrare definitivamente e terminare il percorso di trekking.

Variante Facile

La variante più facile parte da Termini e arriva a Punta Campanella senza passare da Nerano e dalla spiaggia di Jeranto.
Il è lungo circa 2,5 km. Piccolo suggerimento: giunti alla piazza centrale di Termini (vi è una chiesa ed un giardinetto con vista panoramica su Capri) Il sentiero è una comoda stradina che fiancheggia la montagna con vista su Capri. Quasi verso la fine il sentiero presenta un bivio, mantenendo la destra (salendo verso sinistra si arriva a Monte S. Costanzo ) si arriva in pochi minuti al faro di Punta Campanella. Giunti alle scalinate che scendono verso lo slargo col faro e la Torre Minerva (della Campanella) sulla vostra sinistra potete notare un piccolo sentiero tra la montagna che porta direttamente al mare ed alla Grotta delle Sirene. Inoltre, si può raggiungere il mare tramite delle scalinate che stanno alla vostra destra. Durante il ritorno verso Termini è consigliabile visitare la cala di Mitigliano con un sentiero a sinistra prima di rientrare nella piazzetta.


Secondo giorno Capri

Variante Difficile

1) Sentiero del Passetiello fino a Migliara
Questa escursione non è per tutti. dato che il percorso è impegnativo visto le pendenze e l’esposizione..
In origine era una mulattiera utilizzata per lo più dai cacciatori dell’isola che da Capri raggiungevano il Monte Solaro. Si parte all’altezza dalla Località Due Golfi (nei pressi dell’ospedale) ma dopo poco la stradina lascia il campo al sentiero e basta alzare gli occhi verso l’imponente Monte Solaro per rendersi conto della salita. Arrivati in cima si gode di una vista sull’isola senza pari. Subito dopo Visitiamo l’ Eremo di Santa Maria a Cetrella costruito su uno sperone del Monte Solaro affacciato su Capri. Se ci sarà la possibilità si proseguirà attraverso un sentiero impervio verso i ruderi di Migliara.Questo sentiero parte dalla cima e scende le scale della stazione della funicolare lato Anacapri. L’inizio del sentiero è poco sotto la stazione della funicolare. Scende su cresta e fino ad incontrare la pineta del Cocuzzo è molto esposto con strapiombi di centinaia di metri. Gli scenari sono da mozzafiato e ripagano delle difficoltà incontrate.
DURATA ESCURSIONE: 6 ore circa. DIFFICOLTA’: Impegnativa.

2)Variante media
Verranno percorsi due sentieri sull’isola il 393,394 ed il 395
Sentiero delle Calanche (393-394)
Il sentiero parte dalla famosa Piazzetta di Capri (Piazza Umberto I) imboccando via Longano e seguendo le indicazioni per Villa Jovis. Giunti al bivio della Croce si svolta a sinistra per via Tiberio, si prosegue per via Tamborio e, poco prima di Casa Moneta si svolta a sinistra per via Rachele Federico. Si scende e poi si sale un canalone e, dopo Villa Fersen, si sale su sentiero a fondo naturale per le Calanche, fino ad arrivare all’ingresso di Villa Jovis. Villa Jovis era una costruzione imponente situata in un posto strategico. Dalla sua posizione si può osservare l’intero Golfo di Napoli, l’isola di Ischia, Procida, la Penisola Sorrentina e il Golfo di Salerno fino alle terre del Cilento.
P.s.Immediatamente prima di arrivare agli scavi di Villa Jovis, si può visitare il Parco Astarita, un susseguirsi di terrazze a picco sul mare tra la macchia mediterranea e antichi pini marittimi.
Sentiero del Pizzolungo (395)
Il sentiero parte dal bivio di via Tamborio fino ad arrivare a Via Matermania e seguendo le indicazioni per l’Arco Naturale raggiungibile proseguendo invece che scendere le scale per Pizzolungo. Dopo l’eventuale vista dell’Arco Naturale, si scende per le scale di Pizzolungo arrivando alla Grotta di Matermania, alla vista di Villa Malaparte e dei Faraglioni. Al Belvedere di Punta Tragara si prosegue verso NNW fino al bivio per la Certosa di S.Giacomo ed ai Giardini di Augusto. Il sentiero prosegue per la Piazzetta di Capri, ma dai Giardini di Augusto, se possibile, si può percorrere la famosa via Krupp e visitare la Villa Pierini ex casa Gorki e la Grotta delle Felci, non molto lontane da Marina Piccola.
Totale circa 7 km 3h circa


Terzo giorno : Pompei (turistica) e escursione trekking media da Moiano a Positano

Descrizione escursione:
Il pullman ci lascia a Moiano (516m) dove inizia l’escursione. Da Moiano proseguiamo per Santa Maria del Castello. S. Maria del Castello (670m), per la sua posizione strategica di valico fra Vico Equense e Positano, è un importantissimo crocevia per gli escursionisti considerato che vi passa l’Alta Via dei Monti Lattari e che ci sono ben quattro itinerari tradizionali che scendono verso la costa, tutti abbastanza agevoli e in buono stato. Proseguiamo per il famoso sentiero delle Tese senz’altro l’itinerario più frequentato ed anche quello in migliori condizioni. La pendenza è abbastanza costante e relativamente dolce. Con questo sentiero arriviamo a Positano. Da Positano si sale verso Montepertuso per poi riprendere a sinistra lo 00 (Alta via dei Monti Lattari) che riporterà a Moiano. Dislivello complessivo circa 850 durata circa 5 h

Variante turistica Pompei:
Pompei è stata una delle città più grandi e splendenti dell’epoca romana, come testimoniano i resti che spuntano ovunque. La grande produzione ed esportazione di olii e vini fece di Pompei una città molto ricca, che divenne meta turistica per i patrizi romani, quando fu assorbita dall’espansione della futura Capitale dell’Italia. Chissà come sarebbe diventata Pompei se nel ‘ 79 d.C. il Vesuvio, che nessuno sapeva ancora essere un vulcano – dato che aveva le stesse sembianze di una comune montagna – non avesse distrutto la città con la sua violentissima eruzione. Gli scavi di Pompei sono un’agghiacciante testimonianza dello stile di vita della città dell’epoca, che sembra serenamente addormentata sotto la polvere vulcanica.

1- Il santuario di Pompei
Bartolo Longo s’impegnò a raccogliere fondi per la costruzione della Basilica, che fu eretta grazie alle donazioni provenienti da tutto il mondo. La costruzione iniziò l’8 maggio del 1876 sotto la direzione di Antonio Cua, che offrì gratuitamente la sua opera per avviare i lavori del Santuario. Nel corso dei secoli è stato necessario ampliare il Santuario, perché la struttura originale non riusciva più a contenere i numerosissimi fedeli che si recavano a venerare il quadro della Vergine. Oggi la Basilica ha l’aspetto ideato dal sacerdote architetto Monsignor Spirito Maria Chiapetta, con tre navate. Le due minori hanno tre altari per ogni lato, e si congiungono dietro l’abside, dove si trovano quattro cappelle semicircolari. Nonostante i lavori, l’8 maggio e la prima domenica di ottobre, giorni in cui si svolge la Supplica alla Madonna di Pompei, la Basilica non riesce a contenere i pellegrini che arrivano da tutto il mondo per assistere a questa importante preghiera, trasmessa da radio e televisioni di tutto il mondo.

2 – Il foro
Il Foro che si trova negli scavi archeologici di Pompei è stato il centro economico, politico e religioso della città. Il Foro era il luogo in cui si svolgevano i dibattiti pubblici e le manifestazioni religiose: era il vero cuore della città. In origine era costituito da un’area non molto grande, in cui c’erano poche botteghe che esponevano la loro merce. Durante il secondo secolo A.C. i pompeiani decisero di dare al Foro una struttura più consona alla carica che ricopriva. L’area fu ampliata, si realizzarono coperture per le botteghe, portici per proteggere il passeggio dalla pioggia e furono costruiti importanti edifici pubblici lungo i lati della piazza. L’opera di abbellimento del Foro di Pompei fu completata con la sostituzione dell’antica pavimentazione in tufo con una più bella, in marmo travertino, i cui resti sono visibili ancora oggi. Una volta giunti al centro della piazza, lo sguardo viene attirato dai resti del Tempio di Apollo, l’antico luogo religioso più importante e antico della Pompei che fu. Le statue delle divinità che furono trovate nei dintorni del Tempio di Apollo, sono state trasferite al Museo Archeologico di Napoli.

3 – Il lupanare
Molte abitazioni dell’antica Pompei, avevano una stanza segreta all’interno della quale si prostituivano le schiave dei ricchi padroni.
Si poteva comprare un po’ di compagnia pagando da due ad otto assi, una cifra accessibile a quasi tutti, se si considera che il prezzo medio per una porzione di vino era di un asse. Il Lupanare, così chiamato perché “lupa” in latino, significa “prostituta”, è l’unico edificio di Pompei costruito appositamente a questo scopo. Il bordello, che si trova negli scavi di Pompei, era distribuito su due piani, ognuno riservato ad una determinata tipologia di clientela. Il piano terra, costituito da cinque stanze da letto, un corridoio e un bagno, era destinato alle classi sociali più modeste. Il primo piano, invece, era riservato alle classi più agiate: dotato di ingresso indipendente e balcone pensile dal quale si accedeva alle camere, era arredato anche in modo molto più elegante. Sulle pareti sono ancora visibili i piccoli quadretti raffiguranti voraci amanti in diverse posizioni erotiche. All’ingresso del Lupanare, come nei più moderni coffee-shop, era possibile comprare i preservativi da utilizzare con le avvenenti schiave del Lupanare.

4 – Casa del Fauno
Dai reperti non è stato possibile risalire all’identità del proprietario della struttura, che viene identificata come “Casa del Fauno” per la statuetta in bronzo del fauno danzante, che era posta al centro di una delle sale principali. La “Casa del Fauno” era una sorta di moderno residence, all’interno del quale c’era anche una specie di centro commerciale. La struttura, infatti, è composta da due ampie zone comunicanti, ognuna dotata di un ingresso indipendente, collegate da una serie di botteghe concesse in affitto ai negozianti. Oltre alle botteghe, la “Casa del Fauno” aveva anche un buon numero di stanze, ma non è dato sapere se fossero adibite ad uso privato, oppure concesse in affitto. La struttura è stata realizzata con tecniche di costruzione molto moderne: sotto l’intonaco delle pareti sono state installate delle piastre di piombo per proteggere l’ambiente dall’umidità. A Roma non è rimasta traccia di case così imponenti, mentre negli scavi archeologici di Pompei ci sono strutture come “La villa dei Misteri”, “La casa di Pansa” e “La casa del Labirinto” tutte più piccole della “Casa del Fauno”, ma importanti per comprendere la ricchezza e la grandezza della classe dirigente romana di Pompei.

5 – L’Anfiteatro di Pompei
L’Anfiteatro che si trova alla fine della Via dell’Abbondanza, negli scavi archeologici di Pompei, è la più antica costruzione in pietra del suo genere che sia mai stata scoperta. La sua costruzione, infatti, risale all’80 a.C., mentre il primo Anfiteatro di Roma, quello di Statilio Tauro, fu eretto nel 29 a.C. Una particolarità dell’Anfiteatro ritrovato negli scavi di Pompei è che la struttura non aveva alcun sotterraneo sotto il piano dell’arena, come invece hanno le stesse costruzioni dell’età imperiale. Nella parte superiore dell’Anfiteatro sono visibili i larghi fori utilizzati per puntellare la copertura dell’arena, in modo da proteggere gli spettatori sia dal sole battente, che dal vento e dalla pioggia. In questo modo gli spettacoli potevano svolgersi in qualunque periodo dell’anno, senza doversi preoccupare delle stagioni. Le gradinate dell’Anfiteatro degli scavi archeologici di Pompei erano divise tre ordini, e uno di questi era senza dubbio riservato alle donne. Questo luogo fuori dal tempo è stato lo scenario di uno degli spettacoli più emozionanti della storia del rock: nel 1971, infatti, i Pink Floyd registrarono il loro “Live at Pompei”, un concerto senza pubblico destinato a diventare uno dei momenti più memorabili della storia della musica.

6 – La Villa dei Misteri
E’ un’antica casa romana, posta leggermente fuori dalla città e dagli scavi archeologici. Anche in questo caso non è possibile accertare a chi appartenesse la grande costruzione, ma alcuni ritrovamenti fanno intendere che i proprietari dovessero essere ricchi patrizi romani. Alcuni sostengono che la Villa appartenesse a Livia, la moglie dell’Imperatore Augusto, di cui è stata trovata una statua tra le rovine. La Villa dei Misteri deve il suo nome ad una serie di dipinti scoperti in una camera dell’abitazione, e della quale si cerca di stabilire ancora oggi il significato. Tutte le correnti di pensiero sono concordi nell’affermare che gli affreschi rappresentino una giovane donna che viene iniziata ad un culto. La disputa è incentrata sul tipo di rito al quale sta per essere iniziata la donna. Alcuni sostengono che sia un rito dionisiaco, altri, più semplicemente, ritengono che la donna venga preparata per il matrimonio. Qualunque sia il culto a cui fanno riferimento gli affreschi della Villa dei Misteri di Pompei, resta la forte soggezione che queste immagini incutono ai visitatori. La villa aveva molte stanze, tutte abbellite con grande eleganza e diverse delle quali erano dedicate alle cene e agli eventi mondani. Anche nella Villa dei Misteri furono ritrovai i corpi delle persone che svolgevano le normali attività quotidiane, quando furono travolte dall’irruenza della lava del Vesuvio.

7 – Il Mosaico del Cave Canem
Forse lo avete visto all’ingresso di qualche villa, da qualche parte in Italia o nel mondo. Il cave canem (attenti al cane in latino) è uno dei mosaici più famosi del mondo e si trova proprio qui, nella Casa del Poeta Tragico.Dopo anni di incuria è stato da poco restaurato e portato al suo antico splendore, con una protezione che lo mette al riparo da pioggia e vento ma non ne impedisce la visione. La Casa del Poeta Tragico è una tipica casa ad atrio e prende il nome da un mosaico che si trova al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Fu questa la casa, allora appena scavata (1824-1825), che servì da modello per descrivere la la dimora di Glaukos nel romanzo di E. Bulwer-Lytton, Gli ultimi giorni di Pompei (1834).

8 – L’Orto dei fuggiaschi di Pompei
Questa è certamente la testimonianza più straziante della fine di Pompei avvenuta con l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Durante gli scavi del 1961-62 e 1973-74 furono trovati i corpi di 13 vittime dell’ eruzione, sorprese dalla lava e dai lapillo mentre scappavano in direzione di Porta Nocera. Uomini, donne, bambini, di uno o più gruppi familiari, asfissiati dai gas e poi lentamente ricoperti di cenere. Quelle che si vedono oggi nell’Orto dei fuggiaschi sono le perfette riproduzioni in gesso che permettono di comprendere gli ultimi istanti di vita di questi abitanti di Pompei.
N.B. : Il costo dell’ingresso agli scavi non è compreso nel prezzo della gita.

Quarto giorno:
Dal centro di Castellamare di Stabia prendiamo tutti la funicolare per il Monte Faito(1100 m). Dal Monte Faito si gode una splendida vista del golfo di Napoli,
Chi vuole fare l’escursione facile si parte dal Monte Faito e si arriva al Monte San Michele (300 m dislivello circa ) 2 h, Invece l’escursione media parte dal Faito percorre un anello dell’alta via dei Monti Lattari passando dal monte Crocetta e Capomuro. 4h circa 600m dislivello circa

Rocca di Ripafratta

Descrizione x Domenica 13 gennaio 2018. Ritrovo ore 6:45 partenza ore 7:00 dalla sede. Lasciate le auto  alla stazione del piccolo nucleo di Ripafratta ci incamminiamo per un sentieretto che conduce alla Torre Niccolai (non visitabile) proseguendo poi al piede settentrionale del selvatico monte Maggiore, di li a poco all’Eremo di Rupecava , detto anche Lupo Cavo o – con nome precedente – Santa Maria ad Martires.
Il luogo
Sorto intorno a una serie di grotte naturali, la più grande della quali è detta Grotta della Goccia, per via di uno stillicidio d’acqua che si credeva curativa. L’eremo originario si arricchì ben presto della chiesa di Santa Maria, che conserva ancora stralci di affreschi del XVI secolo, e di due costruzioni monastiche. Si dice che si sia soffermato in questo luogo anche Sant’Agostino nel 392.
Per buona strada sterrata si perviene al colle Della Romagna dove un sacrario ricorda le 69 vittime che nella tragica notte del 6 e 7 agosto 1944 un’orda barbarica della S.S, Tedesca seminava il terrore e la morte.
Continueremo lungo il percorso sul Monte Pisano riprendendo a sinistra un altro sentieretto per terminare l’anello arrivando prima a Torre Centino e incrociando il percorso di prima raggiungiamo la maestosa Rocca di Ripafratta che si lascia avvicinare con una buona dose di coraggio stante l’abbandono in cui si trova il castello. Infine si riprende il sentiero che riporta al borgo di Ripafratta all’altezza della chiesa di S. Bartolomeo.

Presentazione Programma 2019

Volevamo informarvi che venerdì 4 gennaio 2019 alle 21:30 circa, presso la Limonaia di Villa Montalvo a Campi Bisenzio ci sarà la festa di inaugurazione del programma 2019 del nostro gruppo. Per l’occasione ci sarà un piccolo rinfresco ed una presentazione multimediale di foto del 2018 con musica rock di sottofondo e contenuti ironici sulla nostra vita associativa. Partecipate numerosi e diffondete la notizia.
Grazie,
In attesa di un vostro riscontro, vogliate gradire le mie più sentite cordialità.