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Rocca di Ripafratta

Descrizione x Domenica 13 gennaio 2018. Ritrovo ore 6:45 partenza ore 7:00 dalla sede. Lasciate le auto  alla stazione del piccolo nucleo di Ripafratta ci incamminiamo per un sentieretto che conduce alla Torre Niccolai (non visitabile) proseguendo poi al piede settentrionale del selvatico monte Maggiore, di li a poco all’Eremo di Rupecava , detto anche Lupo Cavo o – con nome precedente – Santa Maria ad Martires.
Il luogo
Sorto intorno a una serie di grotte naturali, la più grande della quali è detta Grotta della Goccia, per via di uno stillicidio d’acqua che si credeva curativa. L’eremo originario si arricchì ben presto della chiesa di Santa Maria, che conserva ancora stralci di affreschi del XVI secolo, e di due costruzioni monastiche. Si dice che si sia soffermato in questo luogo anche Sant’Agostino nel 392.
Per buona strada sterrata si perviene al colle Della Romagna dove un sacrario ricorda le 69 vittime che nella tragica notte del 6 e 7 agosto 1944 un’orda barbarica della S.S, Tedesca seminava il terrore e la morte.
Continueremo lungo il percorso sul Monte Pisano riprendendo a sinistra un altro sentieretto per terminare l’anello arrivando prima a Torre Centino e incrociando il percorso di prima raggiungiamo la maestosa Rocca di Ripafratta che si lascia avvicinare con una buona dose di coraggio stante l’abbandono in cui si trova il castello. Infine si riprende il sentiero che riporta al borgo di Ripafratta all’altezza della chiesa di S. Bartolomeo.

ASSEMBLEA RINNOVO CONSIGLIO DIRETTIVO AVVENTURA TREKKING

VENERDI’ 23/11/2018 A PARTIRE DALLE 21:45 PRESSO LA SEDE IN VIA MATTEUCCI 11 A CAMPI BISENZIO, PIU’ PRECISAMENTE NEL LOCALE AL PIANO SUPERIORE A QUELLO  DEI CONSUETI RITROVI DI TUTTI I MERCOLEDI’, SI SVOLGERA’ L’ASSEMBLEA DEI SOCI DI AVVENTURA TREKKING PER IL RINNOVO DEI MEMBRI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO.

SI CHIEDE LA PARTECIPAZIONE NUMEROSA ED ATTIVA DI TUTTI I SOCI ISCRITTI ALLA FEDERAZIONE ITALIANA ESCURSIONISTI CHE INTENDONO RINNOVARE LA TESSERA DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE E DI COLORO CHE VORRANNO ISCRIVERSI PER LA PRIMA VOLTA PERCHE’ SI ANNUNCIANO IMPORTANTI NOVITA’ ORGANIZZATIVE OLTRE A TRACCIARE UN BILANCIO DEL BIENNIO TRASCORSO ANTICIPANDO IL PROGRAMA DEL PROSSIMO BIENNNIO.

CI VEDIAMO VENERDI’ 23/11/18 DUNQUE.

UN SALUTO A TUTTI.

Croazia 28 29 30 aprile e 1 maggio

Croazia: le Isole Quarnerine – 28/29/30 aprile – 1 maggio 2018

 

Appartenenti alla regione litoraneo-montana della Croazia, sono situate nel golfo del Quarnaro, tra i due bracci di mare noti come Quarnaro (propriamente detto) e Quarnarolo. Da un punto di vista geografico sono parte integrante della Dalmazia. Tuttavia in passato alcune di esse (Cherso, Lussino e talora anche Veglia) sono state associate all’Istria.

 

 

Gruppi:

 

A – chi non cammina

B  – camminatori medi

C  – camminatori

 

La scelta può variare da un giorno ad un altro.

 

Gli orari e i percorsi si intendono sempre salvo diversa indicazione fornita dagli organizzatori.

 

AVVERTENZE PER TUTTI:

  • portare un documento valido per l’estero,
  • la carta sanitaria,
  • un cappello per sole e durante le camminate acqua in abbondanza,
  • e ovviamente le scarpe da trekking.
  • La Croazia non ha adottato l’euro, per cui è probabile che soprattutto gli esercizi commerciali più piccoli non lo accettino. Vedremo sul posto se e come procedere al cambio monetario.
  • I due alberghi che ci ospiteranno sono disponibili a prepararci dei panini per il pranzo. Prenderemo le prenotazioni durante il soggiorno. Il pagamento è in contanti.

 

Sabato 28 Aprile 2018 – Isola di Cres

 

Ritrovo al parcheggio di via Don Gnocchi a Campi Bisenzio alle h.4.45  e partenza con pullman alle h.5.00. Arrivo previsto a Golovik verso le h.13:00/13:30, traffico permettendo.

 

I camminatori (gruppi B e C) percorrono circa 10 km di una facile strada forestale per arrivare all’imbarco del traghetto a Brestowa. Tempo previsto per la camminata 3 ore circa.

 

ATTENZIONE:

  • è necessario indossare le scarpe da trekking all’arrivo a Golovik e potremo cambiarci solo dopo il traghetto.
  • è necessario portare un pranzo al sacco.

 

Chi non ha intenzione di camminare (gruppo A) prosegue con il pullman e aspetta l’imbarco dello stesso a Brestowa. L’attesa potrebbe essere lunga.

 

Il traghetto ci porta a Porozina, la durata del viaggio in nave è di circa 20 minuti.                         Si prevede l’arrivo a Cres intorno alle 18,30.

 

 

Cres (Cherso in italiano) è una delle isole dell’arcipelago del Quarnero, a pochi chilometri di distanza dall’Istria e il suo capoluogo è la città di Cherso. In seguito alla dominazione Romana, Gota e Bizantina, l’isola fu a lungo contesa tra la Repubblica di Venezia ed i vicini Regni di Croazia e Ungheria, finché nel tardo Medioevo Venezia se ne impossessò definitivamente. Dopo il trattato di Campoformio (1797) Cherso passò dalla Repubblica di Venezia all’Impero Asburgico. Con la fine della prima guerra mondiale fu assegnata con l’Istria e l’isola di Lussino all’Italia (1919). Nel 1947 fu ceduta alla Jugoslavia per poi entrare a far parte della Croazia.

Negli ultimi anni l’isola si è affermata quale importante centro turistico dell’Adriatico orientale.

Cherso conserva parti dell’antica cinta muraria, nonché numerosi palazzi risalenti al dominio veneziano. Degni di nota sono una porta col leone marciano, la torre dell’orologio e la loggia, di foggia rinascimentale. Cherso diede anche i natali al filosofo Francesco Patrizio, la cui casa è oggi un museo a lui dedicato.

 

Domenica 29 Aprile 2018 – giornata top!! – Isola di Lussino

Ritrovo all’entrata dell’albergo alle ore 9.00. Zaini in spalla e scarpe da trekking indossate e si parte con il pullman.

 

Il gruppo A va direttamente con il pullman a Nerezine e visita il paese. Qui aspetta il gruppo B e va a prendere il gruppo C  a Ćunski.

 

I camminatori (gruppo B e C) scendono dal pullman a Osor (Ossero), al ponte mobile.

 

Il gruppo B lungo un percorso di circa 8 km più o meno in 4 ore raggiunge Sveti Gaudent e prosegue per  Neresine, passando per il sentiero di cresta.

Il gruppo C prosegue sul sentiero di cresta fino a Ćunski in circa 6 ore complessive.

Entrambi i percorsi sono di impegno medio, e di dislivello circa 600m.

 

Se i tempi lo permetteranno, dopo che i gruppi si saranno ricongiunti valuteremo la visita al paese di Lussino.

 

Lussino (in croato Lošinj) è un’isola situata nella parte meridionale dell’arcipelago del Quarnero.            I principali centri abitati dell’isola sono (da nord a sud: Neresine (Nerezine), San Giacomo di Neresine (Sveti Jakov), Chiusi Lussignano (Ćunski), Artatore (Artatore o Artaturi), Lussinpiccolo (Mali Lošinj), Lussingrande (Veli Lošinj) e Rovensca (Rovenska).

I nomi di Lussingrande e Lussinpiccolo non debbono trarre in inganno: il primo (il più antico) è un centro minore per dimensione ed importanza rispetto al secondo (di più recente fondazione ma di maggior sviluppo, capoluogo dell’isola).

 

Un’unica strada carrozzabile percorre l’isola per tutta la lunghezza. L’isola di Lussino è collegata a nord con quella di Cherso (Cres) da un ponte girevole sul canale della Cavanella (scavato in epoca romana, quando le due isole erano collegate da una sottile e minuscola lingua di terra); appena al di là del ponte si trova il borgo di Ossero (Osor). Da qui la strada prosegue attraverso l’isola di Cherso fino all’omonima città dove si biforca in direzione di Faresina (Porozina) e di Smergo (Merag), attracco delle due linee di traghetti di collegamento alla terraferma.

 

Neresine è un insediamento di Lussinpiccolo. Sotto l’Austria era una frazione di Ossero, dal 1924 e fino al 1947 era un comune autonomo della provincia di Pola, con l’annessione alla Jugoslavia nel 1947 fu unito al comune di Lussinpiccolo.

 

Chiusi Lussignano (in croato Ćunski) è un insediamento situato nel comune di Lussinpiccolo. Si trova sul versante meridionale di una collina con vista sulle coste occidentali del Quarnaro.

 

L’unico rifugio alpino dell’arcipelago è il Planinarska Kuća Sv. Gaudent (Rifugio Alpino San Gaudenzio) sul Monte Ossero-Osoršćica, la principale elevazione dell’isola di Cherso-Lussino (Cres- Lošinj). E’ ricavato da un ex osservatorio militare della marina italiana (negli anni fra ledue guerre l’isola faceva parte del Regno d’Italia, a differenza della dirimpettaia Veglia/Krk che apparteneva al Regno di Jugoslavija).  Il rifugio è gestito dalla sezione locale del club alpino croato. Si trova a 274 metri di quota lungo la dorsale del monte Ossero il cui punto più elevato si chiama cima Televrin (m 588). Si raggiunge da Ossero-Osor partendo dal campeggio presso il ponte sul canale. Il sentiero è tracciato nella macchia mediterranea ed è piuttosto lungo. Luce, aria, aromi e colori decisamente meridionali ci accompagnano mentre la vista s’allarga all’intero arcipelago. Dal rifugio in un’altra ora si sale a Cima Televrin (m 588).  Il percorso classico è ad anello da Osor al rifugio e alla cima Televrin con successiva discesa a  Neresine/Nerezine e rientro ad Osor lungo la strada (due o tre chilometri di asfalto).  Un punto di riferimento visibile da lontano è il traliccio radio posto 20 minuti a sud di cima Televrin lungo il percorso ad anello che scende al paese di Nerezine.

 

 

Lunedi 30 aprile 2018 – Isola di Cres e Isola di Krk

 

Partenza dall’albergo alle ore 9.00, dopo aver caricato sul pullman il bagaglio.

Ci dirigiamo a Valun, pittoresco paesino di pescatori: il gruppo A ci arriva con il pullman, mentre i camminatori (gruppo B e C) seguono la strada di accesso dei mezzi antincendio e raggiungono il paesino a piedi. Una leggera passeggiata di circa 3 ore e mezzo per sentieri pietrosi attraverso oliveti permetterà di raggiungere cala Nedomišlje. Arrivo previsto alle ore 13.00. Chi vuole può pranzare in un ristorante del paese.

Chi vuol proseguire la camminata (gruppo C) può raggiungere la località di Pernat, percorrendo circa 6km per poi ritornare poi indietro a Valun (12 km in totale) dove tutti insieme ripartiremo in pullman per arrivare a Merag a prendere il traghetto per l’isola di Krk.

ATTENZIONE: è necessario essere a Valun per proseguire per prendere il traghetto al massimo alle ore 16.00.

Pernottamento a Punat, arrivo verso le ore 18.30.

Valun si trova nella parte meridionale di una bella baia racchiusa tra due spiagge di ciottoli, che dista 16km dal capoluogo dell’isola, Cres. E’ collegata da una fitta rete di sentieri agli altri paesi del promontorio, ma anche al Lago Vrana, fenomeno naturale di importanza vitale per l’isola (unica fonte di acqua dolce delle isole Cres e Lussino).

E’ un paese piccolo, pittoresco e originariamente era il porto del vicino villaggio di Bucev, i cui resti si trovano vicino alla chiesa di San Marco, sul colle che sovrasta lattuale Valun. Un tempo San Marco era la chiesa parrocchiale di Valun (XI sec.). Ha un portico con colonne mirate e al suo interno si trova il monumento sepolcrale del figlio di Filippo Vidic che fece costruire la nuova chiesa parrocchiale di Valun nel 1851. Questultima è dedicata alla Madonna del Rosario e sui muri della sagrestia si trova una copia della tavola di Valun, tavola incisa in glagolitico. Valun oggi è un piccolo villaggio pittoresco raccolto attorno al minuscolo porto dove non è consentito l’accesso alle auto. E’ famoso per i suoi scampi.

 

Punat (Ponte) si trova nella parte sud-occidentale dell’isola di KrK (Veglia).

Il centro storico è caratterizzato da viuzze strette, dette calli sulle quali si affacciano delle piccole case in pietra. Nella città vi sono il convento delle Carmelitane, le chiesa della Santissima Trinità, di San Pietro, di Sant’Andrea, di San Giorgio e le cappelle di San Nicola e di San Rocco. Molto caratteristica è una località chiamata Tre Croci per la presenza di tre croci che si trova lungo un percorso pedonale dove nel periodo pasquale viene svolta una Via Crucis.

 

 

 

1 maggio 2018  – Isola di Krk

 

Dopo la colazione, carichiamo i bagagli sul pulman e partiamo con esso alle 8.30.

 

Il gruppo A visita il paese di Bescanuova.Tempo libero fino alla partenza per casa.

 

I camminatori da Bescanuova si dirigono verso il  kanjon Vrženica.

Attraversato il Kanjon ad un bivio il gruppo B percorre un anello e torna a Bescanuova in circa 3 ore e mezza (9 km) e potrà quindi pranzare in paese.

Chi prosegue la camminata (gruppo C), al bivio prosegue per Vela Luka e da qui torna indietro sullo stesso sentiero per Bescanuova. Il percorso totale è di circa 13 km e 5 ore circa. Il gruppo C deve avere il pranzo al sacco. E’ importante che raggiunto il bivio si valuti il tempo impiegato per decidere il da farsi.

 

PER TUTTI: è necessario ritrovarsi al pullman alle ore 16, per partire per il viaggio di ritorno.

 

Arrivo previsto, traffico del primo maggio permettendo, alle ore 24.00.

 

 

Bescanuova (Baska) è un insediamento romano. Nel 1380 i Veneziani la bruciarono nel corso di una battaglia e nel 1525 nacque nuovamente sul bordo del mare, dove ancora oggi si possono notare le file di case, ben conservate, con le facciate collegate l’una all’altra.

 

Vela Luka è una delle spiagge tra le più conosciute e apprezzate dell’ isola di Krk. L’acqua cristallina di questa profonda caletta è irresistibile, e proprio per questa ragione attira molte persone. Rimane comunque poco affollata dal momento che non è facilmente raggiungibile: infatti, non può essere raggiunta in auto, bensì solo a piedi (con una passeggiata di 4 o 6 km tra le montagne) o con taxi-boat (che partono dal porto di Baška e raggiungono Vela Luka in circa 10 minuti per poche kune).

 

La vicina spiaggia Mala Luka è una delle meno conosciute e frequentate, nonostante sia una delle più belle. Il fatto di essere un po’ isolata e difficile da raggiungere contribuisce sicuramente a renderla una perla selvaggia. L’acqua rimane bassa per molti metri, fresca e cristallina, circondata da vasti spazi di sassi, ghiaia, terra ed erba.

Lago d’Orta, Verbania – 7/8 aprile

 

Sabato 7 Aprile 2018

Partenza prevista da via Don Gnocchi a Campi Bisenzio: ritrovo h.5.15 PARTENZA con pullman alle H.5.30 ed arrivo previsto a Baveno verso h.11:30/12:00 dove il pulmann ci lascia per riprenderci a fine giornata attorno al massimo alle 18:00 e portarci a Pettenasco all’Hotel Il Giardinetto.

Breve descrizione di Baveno: di antica origine documentata a partire dal X secolo, e’ una delle mete turistiche del lago. Tra i suoi monumenti due importanti edifici: la Parrocchiale del Santi Gervaso e Protaso dell’XI-XII secolo, rimaneggiata nel sei-settecento, con campanile romanico e battistero ottagonale, anch’esso ristrutturato nell’XVII-XVIII secolo, la cittadina vanta ospiti illustri: da Lord Byron a Lamartine, dalla Zarina Alessandra alla regina Vittoria d’Inghilterra, da Wagner a Umberto Giordano (che compose l’opera Fedora nella villa omonima) e infine Churchill che ritrasse in alcuni acquerelli la Parrocchiale. Baveno e’ inoltre famosa per le cave di granito rosa, aperte sulle pendici del Monte Camoscio (890 metri) alle spalle della cittadina, da cui sgorgano anche le sorgenti di acque oligominerali, dette “Fonti di Baveno”.

Dal parcheggio del pullman ci si divide.

Opzione A: Per chi è interessato a fare ferrata è obbligatorio portarsi l’attrezzatura adeguata. Chi né è in possesso potrà andare a cercarsi il sentiero M3 per eseguire la ferrata denominata Picasass partendo dalla località Tranquilla al campeggio raggiungendo l’attacco della ferrata classificata come poco difficile e tornare seguendo il sentiero M3 per poi aspettare il pullman nella piazza dove li aveva lasciati. Obbligatorio pranzo a sacco e scorta d’acqua.

Opzione B: Chi vuole invece rilassarsi con semplici passeggiate e visite ai siti ad attrazione turistica può organizzarsi in autonomia e prendere il traghetto di linea della Navigazione Laghi del Lago maggiore, allo scalo di Baveno in Piazza 4 Novembre a dieci minuti dal parcheggio, tenendo presente che il punto di partenza dove ci lascia il pulmann coinciderà con il punto di ritrovo alle ore 18:00, salvo diversa indicazione che potrà essere annunciata dai responsabili della gita sul pullmann la mattina stessa durante il tragitto. Non è prevista l’aggregazione in un unico gruppo anche perché gli orari di partenza dei traghetti sono frequenti e ci sono tante possibili combinazioni, per cui si è preferito lasciare la libertà ad ognuno di muoversi come crede meglio. Inoltre il primo giorno non avremo la guida con noi perché i siti come il Palazzo Borromeo sono dotati di guide che accompagnano i visitatori. Per chi sceglie questa opzione non è obbligatorio il pranzo a sacco viste le notevoli opportunità che i luoghi offrono (alcuni traghetti hanno il risotrante a bordo). Segnaliamo solo alcune delle numerosi combinazioni di tragitti e siti che si possono raggiungere:

–          L’isola Bella la più fascinosa. Si raggiunge in 15 minuti da Baveno e i traghetti ci sono ogni 45 minuti/ora. Trasformata da scoglio a giardino fiorito oggi l’isola appare come un vascello che fluttua sulle azzurre acque del lago Maggiore così come nell’intento del suo fondatore Vitaliano VI Borromeo. Nel Giardino si alternano statue e decori architettonici a geometrie e preziosità botaniche. I fidati giardinieri potano, concimano, sperimentano, preservando questo luogo d’incanto dallo scorrere del tempo. Alle porte del giardino un grande canforo da quasi duecento anni accoglie i visitatori che varcato il grande cancello trovano dinanzi a se lo splendore dell’Anfiteatro che scenograficamente occupa la parte centrale dell’isola. Il giardino all’italiana di gusto barocco si sviluppa su parterres e terrazze poste ad altezze differenti ed alterna statue, obelischi, scalinate e balaustre in pietra che creano un impianto scenografico pensato per simboleggiare la potenza della nobile casata. Il palazzo Borromeo dell’isola Bella è uno scrigno dell’arte barocca sospeso sull’acqua. Attraverserete saloni elegantemente arredati con splendidi affacci sul lago, attorno a voi tele di noti artisti, mobili di gran pregio, marmi, stucchi neoclassici, sculture antiche, armature e arazzi fiamminghi d’oro e di seta.

–          L’isola Madre Si raggiunge in 25 minuti da Isola Bella e i traghetti ci sono ogni ora circa. Con le sue collezioni botaniche, è la più grande delle isole del Verbano e la vegetazione rigogliosa si estende sulla maggior parte della sua superficie e dalla massa squadrata del palazzo, costruito sulla sponda meridionale e sul punto più elevato dell’isola. Alla lussureggiante natura del giardino si affiancano l’antico palazzo, al cui interno si conservano prestigiosi arredi di Casa Borromeo, e la cappella di Famiglia con la bella facciata decorata da pannelli in terracotta. L’isola Madre ha un giardino botanico unico per le essenze vegetali rare ed originarie di ogni parte del mondo qui conservate. Questo parco all’inglese regala viali ombreggiati dove passeggiare e splendidi cannocchiali verso il lago dove ammirare il panorama; tra i pendii verdi viene offerta al botanico un’ampia materia di studio e al turista fioriture continue ed esuberanti frutto del lavoro di mani sapienti. Il palazzo dell’isola Madre, aperto al pubblico nel 1978, è allestito con preziosi arredi provenienti da varie dimore della Famiglia Borromeo che restituiscono un suggestivo itinerario attraverso ambienti che ricalcano lo stile di vita del XVI e XVII secolo. Di particolare bellezza il salotto veneziano con le pareti decorate a trompe l’oeil che ricordano quelle di un gazebo fiorito. Imperdibile la sezione dedicata ai teatrini delle marionette di casa Borromeo, le cui rappresentazioni, essenzialmente destinate all’intrattenimento ed allo svago, coinvolsero dalla metà del XVII secolo in poi, i membri della famiglia, gli amici e la stessa servitù. Dalle grandi finestre al piano nobile infine l’affaccio sul golfo Borromeo con l’isola Bella e l’isola Pescatori è così armonioso da far indugiare l’occhio di fronte tanta bellezza.

–          L’isola Superiore dei Pescatori. Si raggiunge in 20 minuti da Isola Madre e i traghetti ci sono ogni mezzora circa. Unica tra le isole ad essere abitata durante tutti i mesi dell’anno, ospita un piccolo villaggio di cinquanta abitanti caratterizzato da una piazzetta racchiusa da vicoli stretti e sinuosi che conducono alla passeggiata sulla punta settentrionale dell’isola. Caratteristiche sono le case a più piani sorte per sfruttare al meglio il poco spazio a disposizione: sono quasi tutte dotate di lunghi balconi indispensabili per essiccare il pesce. Come indicato chiaramente dal nome, l’attività della pesca è ancora assai praticata, ed è possibile gustarne i freschissimi frutti in una delle numerose trattorie con vista lago. La Chiesa parrocchiale è dedicata a San Vittore. Caratteristico il piccolo mercatino che vende oggetti d’artigianato locale e richiama numerosi turisti.

–          La Rocca di Angera. E’ la più lontgana da raggiungere e da Baveno ci vogliono 2:15 e non sono frequenti i traghetti.  si erge maestosa su uno sperone di roccia che domina la sponda meridionale del Lago Maggiore. Al suo interno, un coinvolgente percorso conduce alla scoperta delle imponenti Sale Storiche, impreziosite dal recente allestimento della Sala delle Maioliche, una straordinaria collezione composta da trecento rarissimi pezzi. Il Museo della Bambola e del Giocattolo, il più grande d’Europa, è un tuffo nel passato della storia della bambola e del gioco attraverso l’evoluzione dei materiali, i comportamenti socio-educativi e i legami con arte, costume e moda di ieri e oggi. A fare da cornice è il ricercato Giardino Medievale, ricco di significati simbolici, realizzato a seguito di accurati studi su codici, documenti d’epoca e immagini su manoscritti miniati

Informazioni  su http://www.navigazionelaghi.it/ita/m_orari.asp

 

Calcolate bene i tempi e gli orari di ritorno perché il pulmann ci aspetta tutti (opzione A e B) fino alle 18:00 poi parte per destinazione Pettenasco dove l’abergo Il Giardinetto ci aspetta per il pernottamento.

 

 

 

 

 

 

 

 

Domenica 8 Aprile 2018.

Nato dal Ghiacciaio del Sempione, il Lago d’Orta è una meta di grande fascino del territorio piemontese per lo spettacolare scenario naturale, ma anche per i romantici borghi e le diverse testimonianze artistiche che lo costellano.

Opzione A: Chi vuole subito sgranchirsi le gambe si sveglia per la colazione dalle 7:00, e si ritrova sul parcheggio dell’albergo alle 8:30 con i bagagli già caricati sul pullman. Sarà possibile ordinare i panini la sera prima all’albergo. Zaini in spalla e scarpe da trekking indossate si parte per un tragitto di 12 km in 6 ore dei quali gli ultimi 2/3 su asfalto. Da Pettenasco salita a Pratolungo e al Monte Barro e rientro ripassando da Pratolungo per vedere la curiosa casa sull’albero in località Cà Felicina. Arrivo ad Orta e liberi fino alle 18:00 al punto di ritrovo con il pullman.

Opzione B: Chi vuole continuare a rilassarsi si sveglia per la colazione h.7.00 ed aspetta dai capigruppo le indicazioni sui due possibili scenari proposti di seguito: o carica i bagagli sul pullman entro le 8:30 ma aspetta il traghetto dall’albergo alle H.9.30 (se confermato) oppure carica i bagagli sul pullman sempre entro le 8:30 e vi sale sopra. Entrambe le soluzioni portano ad Orta dove ci aspetta la guida Orietta che ci farà conoscere tutta la bellezza di questo specchio d’acqua alpino concentrandosi su Orta San Giulio e visitare il Sacro Monte d’Orta dedicato a San Francesco ed Isola San Giulio e possibilmente Pella.

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Si riparte dal parcheggio di Orta che indicheranno i capigruppo alle ore 18:00 e l’arrivo previsto a Campi Bisenzio sarà per le ore 24:00.

Buona camminata.

11/03/2018 – Anello Populonia – Golfo Baratti per il Sentiero dei Cavalleggeri

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Da loc. Reciso, non lontano dal paese di Populonia, prendiamo la strada sterrata, sicuramente una via tagliafuoco, contrassegnata come sentiero n. 300 ,seguendo il crinale che attraversa tutto il promontorio fino a Cala Moresca. Lungo strada troviamo la chiesina di San Quirico (resti), poco dopo il bivio sulla destra che porta al monastero medioevale (resti). Noi continuiamo a diritto. Dopo aver toccato il culmine scendiamo e poco prima di Salivoli un punto panoramico ci fà vedere tutto il golfo di Piombino. Noi continuiamo a diritto fino ad arrivare a un altro bivio sulla destra sempre sentiero 300 che seguiamo fino alla Cala Moresca (da Reciso h.2.00). Da qui inizia e seguiamo il mitico sentiero dei Cavalleggeri segnavia n.302 che, con continui saliscendi attraversa nuovamente il promontorio lato mare. Il sentiero prima largo poi sempre più stretto, si immerge nelle più svariate piante di macchia mediterranea. La cartellonistica informativa, ben fatta, ci aiuta con foto a riconoscere le varie piante (fino al fosso alle Canne siamo sul percorso botanico). La prima località che troviamo è fosso alle Canne poi a un bivio sulla sinistra seguiamo il segnavia 302 che in 30 minuti di ripida discesa ci porta alla Cala San Quirico. Al bivio successivo continuiamo a diritto sentiero 302 per la Buca delle Fate***** scogliera e panorama da sogno, cinque stelle, nome appropriato. A destra un sentiero riporterebbe a Reciso in circa 20 minuti col sentiero 301 (per chi vuole accorciare il percorso – circa h 4,00). Dopo aver fatto alcuni saliscendi arriviamo a Baratti. Dopo una sosta, ripartiamo in salita per asfalto fino a ritrovare il posteggio loc. Reciso (tempo totale h 6,00).
P.S. per chi sceglie di accorciare il percorso una volta ritornati a Reciso ci sono 3 possibilità, per attendere il ricongiungimento con gli altri, andare al Parco Archeologico di Baratti e Populonia (costo biglietto € 9,00, visitare l’Acropoli di Populonia oppure scendere al Golfo di Baratti.

Orario di ritrovo al parcheggio Don Gnocchi Domenica 11 marzo ore 6:45 partenza ore 7:00

22 Ottobre – Raduno Fie

22 ottobre 2017, domenica ritrovo ore 7:00 in sede oppure direttamente alle ore 8:00 al parcheggio in via Belmonte Ponte a Niccheri dove il servizio navetta ci trasporterà al punto di partenza del sentiero al Bigallo

– Bigallo, Fonte Santa, Grassina, Ponte a Niccheri
Ritrovo: ore 8:30 al Bigallo, via Bigallo e Apparita (N 43°44’17.7’’ E 11°20’56.4’’)
Partenza: ore 9:00 Lunghezza: 20,20 km Dislivello: 630 m in salita e 780 m in discesa
Tempo di percorrenza: 6:30 ore circa Difficoltà: E
Pranzo: ristoro presso la casina di Fonte Santa a cura degli organizzatori (si prega di rifornirsi di acqua)
L’escursione terminerà a Ponte a Niccheri, via Belmonte (N 43°43’54.3’’ E 11°18’01.7’’) e saranno trasportati al punto di partenza (località Bigallo) con servizio di navetta.
Al parcheggio in via Belmonte a Ponte a Niccheri nel
pomeriggio termina l’escursione della domenica.

Anello di Ferrano

Pelago – Ferrano, anello

Domenica 10 Gennaio 2016

Ritrovo in sede ore 7:15

Partenza 7:30

Pelago – Ferrano, anello

Si parcheggia nei pressi del centro storico di Pelago e si entra a piedi nel borgo castellano, caratterizzato dall’ampia piazza del mercatale, in lieve discesa. Arrivati sul fondo, si prende a Nord il vicolo e le successive scale che scendono al vecchio ponte sul Vicano. La strada, già segnata come sentiero n. 11, porta ad attraversare la provinciale (attenzione al traffico) per poi salire sulla strada in cemento, che ci porterà a Villa Gràssina seguendo il sentiero n. 13.

Ammirata la Villa di Gràssina si sale ancora per poco sulla strada, per poi piegare decisamente a Nord, sul sentiero che ci porta, per campi e boschi, alla Casa di Certina. Il sentiero 13 continua in direzione Nord fino a scendere verso Casa Castagneto, che evitiamo seguendo il sentiero 11, che ora ci porterà a risalire la valle del Vicano, fino al Ponte di Ferrano.

Proseguiamo poche decine di metri oltre il ponte, quando la strada diventa asfaltata, e prendiamo la strada in cemento che sale verso Nord, segnalata col n. 25. Passiamo vicino ad insediamenti medievali, fino a raggiungere il quadrivio di S. Maria. Proseguiamo verso Ovest sul sentiero 25B, praticamente in piano, e passiamo nelle vicinanze della chiesetta romanica di S. Maria a Ferrano (date un’occhiata, ne vale la pena). Il sentiero, breve, ci porta al bivio col n. 24, che ci porterà in ripida discesa alla Chiesa di S. Pietro a Ferrano. Arrivati sulla strada in asfalto, si fanno pochi metri in direzione Est, per scendere sul sentiero 13 che ci porta al guado sul torrente Vicano. Si passa intorno a Casa Castagneto e, arrivati all’incrocio tra i sentieri, si prende il n. 11 che scende in direzione Ovest, con un bel tracciato.

Dopo aver toccato Casa Festieri ritroviamo la strada in cemento che scende da Gràssina, e quindi possiamo tornare nel centro di Pelago seguendo il percorso di andata (evitate di seguire la strada provinciale, pericolosa per i pedoni).

Orrido di Botri

Domenica 26 luglio.

Partenza ore 6:30 da Piazza Matteucci.

L’Orrido di Botri è un’aspra ed imponente gola calcarea, con ripide pareti scavate in profondità dalle fredde acque del torrente Rio Pelago; il canyon si inserisce in un paesaggio appenninico caratterizzato da ambienti rupestri ed estese faggete, dominato dalle cime del monte Rondinaio e delle Tre Potenze che sfiorano i 2.000 metri di altezza. 

Le visite partono da Ponte a Gaio, unico accesso alla gola, dove si trova il centro accoglienza del Corpo forestale dello Stato e la biglietteria. A causa dei frequenti guadi e del fondo scivoloso, è obbligatorio l’uso del casco protettivo e sono consigliate calzature idonee, chiuse e allacciate. 

Si entra nell’Orrido risalendo il letto del torrente: il percorso massimo consentito arriva al punto denominato Piscina percorribile in circa 4 ore a/r.

Il sito ospita una flora estremamente ricca ed interessante. Nelle zone rocciose più soleggiate della gola troviamo, tra le specie erbacee: sassifraghe, semprevivi, rare acquilegie e la primula auricola; mentre, all’interno del canyon, nei tratti umidi ed ombrosi, predominano muschi, epatiche e vari tipi di felci; significativa, la presenza della pinguicola (pianta insettivora). Per le specie arboree segnaliamo: faggio, carpino nero, orniello, leccio, quest’ultimo diffuso in alcune stazioni rupestri ben soleggiate, aceri, salici, tiglio selvatico, maggiociondolo ed il raro tasso, conifera dalle foglie velenose.


Tra i mammiferi, oltre al lupo che utilizza stabilmente il territorio di tutto l’Appennino, sono presenti il capriolo, la lepre, lo scoiattolo, la marmotta, diffusa sul Monte Rondinaio, la volpe, l’istrice, la puzzola e la martora; presente anche un piccolo gruppo di capre rinselvatichite di circa 20 esemplari, il cui numero si mantiene stabile nel tempo. L’avifauna è rappresentata da diverse specie di rapaci: Aquila reale, astore, sparviere, poiana, falco pecchiaiolo, gheppio, falco pellegrino e forse anche gufo reale; tra i passeriformi, si elencano: merlo acquaiolo, ballerina gialla, codirosso spazzacamino, culbianco, zigolo muciatto, rondine montana e il coloratissimo picchio muraiolo. Tra gli anfibi, significativa è la presenza dellaRana temporaria, del Geotritone italicus (tipico dell’Appennino centrale ) e della Salamandra pezzata. 

Val d’Ayas 11/12 luglio

GITA LUGLIO 2015 AVVENTURATREKKING

 

Ritrovo ore 5:15 in Via Don Gnocchi a Campi Bisenzio (controviale/parcheggio) – Partenza ore 5:30

VALLE D’AOSTA

DA S.JACQUES A CHAMOIS

DALLA VAL D’AYAS ALLA VALTOURNENCHE

 

Dalla piazzetta di St.-Jacques (1689 m) si inizia il cammino rimanendo sulla strada principale; questa passa a sinistra della chiesa e costeggia l’Evançon sulla sua sinistra orografica.

Dopo un primo tratto pianeggiante la strada inizia a salire, supera il ristorante Fior di Roccia e incontra un bivio, caratterizzato da un pilone votivo al centro; molti noti e frequentatissimi itinerari (Lago Blu, Mezzalama e altri) seguono il ramo destro, ma in questo caso si prosegue a sinistra, attraversando un ponte e continuando a seguire la strada a destra.

Al primo tornante si incontra il segnale di divieto d’accesso: da questo punto il traffico veicolare non autorizzato è vietato.

Si prosegue dunque mantenendosi sulla strada che sale dolcemente nel bosco; dopo il primo tratto si incontra un bivio).

Qui si scarta la strada di destra, che descrive un tornante, e si prosegue dritti fino ad un nuovo tornante a destra.

Dall’esterno della curva si stacca un sentiero identificato come 1 (Alta Via 1), 4 e 4A; lo si imbocca passando alle spalle di un alpeggio (Alpe Crouques).

Superato l’alpeggio il sentiero inizia a salire nel bosco piegando successivamente a destra una volta raggiunto un ripido corso d’acqua.

Ci manteniamo sul segnavia n° 1.

Un breve tratto su pietraia ben sistemata  precede un ponte, che porta il sentiero sulla riva opposta.

Ci si trova ormai sul fondo del Vallone di Nana, dove questo piega a destra.

Il sentiero si allontana qui dal torrente e inizia a salire tra i pascoli, (sempre ben segnalato da frecce gialle).

Con una curva a destra si porta nei pressi dell’Alpe Tournalin Inferiore senza tuttavia toccarla; addentrandosi nell’alto vallone incrocia la strada sterrata 3 volte e, senza ulteriori diramazioni, risale il pendio a destra  raggiungendo il Rifugio Grand Tournalin (2534 m)-

 

Disl. 900 in circa 3 ore e ½.

 

2° GIORNO

 

Qualche decina di metri prima del rifugio (a destra scendendo, a sinistra salendo) inizia il sentiero 4A.

La prima parte taglia comodamente un pascolo e costeggia una pietraia, quindi nessuna difficoltà.

Il sentiero è numerato come 4A e 1.

Man mano che ci si avvicina al fondo del vallone di Nana il prato si fa meno pianeggiante, ma il sentiero rimane tranquillo, c’è qualche scalino intagliato nella roccia da fare per salire su una piccola cresta.

Non c’è il rischio di perdersi, più che un sentiero è un’autostrada.

Il fondo è generalmente in terra o ghiaia, ma non è mai abbastanza ripido o inclinato da diventare pericoloso, a patto di avere delle scarpe da montagna che si rispettino.

L’ultimo tratto prima del Col di Nana è praticamente in piano.

Dal Col di Nana (2775 m) si staccano diversi sentieri, il 3 verso il Colle Vascoccia, il 3D verso il Petit Tournalin, il 3C verso il Bec Trecare.

Proseguendo si scende a Cheneil, in Valtournenche.

 

Da qui può partire l’escursione extra per i partecipanti che se la sentono di raggiunger e il Bec Trecare (3010 m).

Il sentiero è numerato 3C, e si imbocca, andando a destra guardando verso la Valtournenche.

Dapprima attraversa un prato, poi sale ripido con veloci tornantini su una pietraia.

Il sentiero è comunque tracciato abbastanza bene; se lo perdete cercate i segni gialli sulle pietre.

Al termine della salita avete già superato i 2900 metri di quota.

Da qui è già possibile ammirare il Cervino, la Dent d’Herens e parte della Valtournenche, nonchè il lago (artificiale) di Cignana, ma il sentiero passa sulla cresta, e non posso non ripeterlo: se avete paura dei precipizi e/o soffrite di vertigini non andate oltre.

Non è che il sentiero si faccia pericoloso, anzi, io lo trovo splendido: ma avere paura una volta in cima vuol dire rimanere bloccati e non poter scendere!

Comunque, il sentiero prosegue compreso tra un pendio ripido a sinistra e un precipizio praticamente verticale a destra, mentre il panorama si fa più ampio ad ogni passo e la cima si fa più vicina.

Diventa anche gradatamente più ripido; gli ultimissimi metri sono quasi verticali, ma capire dove mettere i piedi non è un grosso problema (l’Escursionista Esperto dovrebbe saperlo fare!).

Può essere opportuno tenersi anche con le mani, ma alla fine ci siete arrivati.

Dopo esservi adeguatamente goduti il paesaggio è ora di scendere, anche perchè la cima è piuttosto piccola.

I primi metri di discesa richiedono un po’ di spirito di osservazione per capire dove è più opportuno appoggiare i piedi.

Poi la discesa è ripida, e ovviamente avete lo strapiombo a sinistra, ma in pochi minuti dovreste essere alla fine della cresta, a quota 1930 circa.

Da lì scendete semplicemente a destra sui vostri passi, sul sentiero a tornantini tracciato sulla pietraia.

In fondo il Col di Nana è praticamente sempre visibile, ed è la meta finale di questo tratto.

 

Proseguendo sull’Alta Via 1 si scende nella conca erbosa poco sotto il colle, per risalire poi leggermente fino al Col des Fontaines (2695 m), posto su una costiera rocciosa; il sentiero riprende ora la discesa, fra gli ampi pascoli, toccando l’alpeggio di Champ-Sec e, più in basso la località di Cheneil (2015 m).

Lasciata la conca con le case dal tetto a lose con vista sul Cervino si sale gradualmente seguendo adesso il segnavia N° 107 diretti a Sud Ovest su un evidente sentiero su terreno aperto si tocca quota 2230 ed in falsopiano su un tratto a balcone il Colle di Cheneil (2279 m).

Lasciandosi alle spalle la conca di Valtournenche ed il Cervino, si perde di quota per pascoli fino alle piste di sci, sui prati delle quali si cammina con bella vista sul lago di Lod (2012 m).

Raggiunto il laghetto (possibilità di ristoro) si prosegue sul N° 107, tagliando la strada sterrata e seguendone alcuni tratti, lungo le piste di sci.

Entrati nella distesa di pascoli con le case e fienili sparsi di Chamois (1836 mt) si termina la discesa nella piazzetta del paese.

Da qui in funivia si scende a valle dove ha termine la nostra escursione.

 

Disl. 500 in salita e 1050 m in discesa. In circa 6 ore.

30 e 31 Maggio 1 e 2 Giugno: Matera e Pollino

Escursione del 30 – 31 – Maggio 1 e 2 Giugno  Matera e Pollino.

Sabato 30 Maggio: I Sassi di Matera

I Sassi di Matera, patrimonio mondiale dell’umanità nonché capitale europea della cultura per il 2019.

Partenza dal parcheggio di via Don Gnocchi ore 05,00 – Arrivo previsto a Matera ore 13,00 circa.

Con l’aiuto delle guide visiteremo per 4 ore, dalle 14,00 alle 18,00, gli angoli più reconditi di questo straordinario sito.

Alle 18,00  ci ritroveremo all’autobus per recarci a Santeramo in Colle, distante circa 20 km da Matera, per prendere possesso delle camere presso gli alberghi Sole di Puglia e Murgia.

Domenica 31 Maggio: Parco della Murgia e le sue chiese rupestri

Sempre con l’aiuto delle guide proponiamo due itinerari, uno facile e l’altro di media difficoltà.

  1. Quello facile parte dal Centro visite Murgia Timone e arriva al Belvedere per una lunghezza di 4 km e una durata di 4 ore.

La partenza è dal Centro visite seguendo la strada che entra nel Parco archeologico delle Chiese Rupestri.
E’ questa una zona ricca di testimonianze umane: chiese, jazzi e masserie.
E’ la zona del Parco che presenta una vegetazione preminentemente erbacea che caratterizza in genere tutto il paesaggio murgiano e che ha sostituito l’antica copertura arborea.
Interessantissime sotto l’aspetto botanico sono le specie floristiche che in primavera creano un tappeto multicolore.
Da visitare: la chiesa di San Pietro in Principibus, lo jazzo Gattini, il Centro Visita di Masseria Radogna, il Villaggio Trincerato di Murgia Timone, la chiesa rupestre di San Falcione e quella di San Vito, la piccola chiesa di Sant’Agnese e la Madonna delle Tre Porte.

      1. Quello più impegnativo ha una lunghezza di 9 km e una durata di 6 ore ed una bellissima escursione che segue il bordo della Gravina fra storia e natura.

Da visitare: il complesso rupestre di San Nicola all’Ofra, caratterizzato da numerose grotte scavate nel tufo di color giallo paglierino che presenta non poche affinità con i paesaggi della Cappadocia.
La Cripta di San Nicola, la Grotta dei Pipistrelli, la Chiesa Rupestre di Cristo la Selva, quasi a picco sul canyon il paesaggio è di maestosa bellezza: rupi, valli e valloncelli, costoni bucherellati da vani e aperture a picco sul torrente ed una rigogliosa macchia mediterranea che si inerpica sulle rocce inondando l’aria degli odori forti e pungenti di lentisco, malva, rosa canina, timo, santoreggia, menta origano e liquirizia.
E per finire il Villaggio Saraceno e la Masseria Passarelli sulla strada per Montescaglioso.
Tutto questo va fatto entro le ore 16.00 allorquando riprenderemo gli autobus per recarci ai piedi del Pollino, a Viggianello presso il Parco Hotel Pollino dove alloggeremo per due notti e dove ci attende una lauta cena nonchè una serata musicale dal vivo.

Lunedì 1 Giugno: Il Massiccio del Pollino, il Parco Nazionale più grande d’Italia.

Perchè nessuno si senta escluso dalle sensazioni che si possono provare a camminare in questa splendida montagna proponiamo 3 itinerari.

              1. Escursione facile. Piano di Ruggio – Belvedere del Malvento. Dislivello insignificante. Durata 3 ore.

Passeggiata per tutti. Partendo dal Piano Ruggio, di fronte al Rifugio De Gasperi, si attraversano verdi prateri e in una festa di colori per le fioriture primaverili, si osservano i fenomeni carsici, si entra nel bosco per trovare il faggio delle “sette sorelle” ed infine si raggiunge il Belvedere, un terrazzo panoramico utilizzato in passato come stazione della teleferica per il trasporto del legname.
Dal terrazzo è possibile vedere la Piana di Castrovillari e i costoni rocciosi di Serra del Prete dove sono localizzati alcuni Pini Loricati, l’emblema del Parco.
Il Pino Loricato è una straordinaria creatura che pare fatta di roccia e di vento.
Dalla prima pare nascere per via delle sue radici che penetrano profonde negli strati rocciosi, consentendogli di arrampicarsi su costoni, pendenze e strapiombi inverosimili.
Il vento, le bufere di neve, le piogge battenti, invece, ne forgiano le incredibili torsioni del tronco e dei rami e la sua corteccia fatta a placche come nelle corazze dei soldati romani, ne decide il nome.
Ritornati al Rifugio De Gasperi, che probabilmente sarà chiuso, è consigliabile proseguire fino al Rifugio Colle Ruggio.

                1. Escursione media. Colle dell’Impiso-Piani di Vacquarro-Piani di Pollino-Grande Porta del Pollino.

Escursione classica, lunga ma non difficile.
Rappresenta l’escursione principale in quanto consente di visitare l’ambiente di maggiore importanza per il Pino Loricato
Sulla Serra delle Ciavole vive il maggior numero di esemplari di grandi dimensioni di questo albero.
Con le loro forme contorte acquisite nei millenni sfidando gli elementi naturali, ognuno di loro rappresenta un vero monumento arboreo.
Lungo il sentiero si incontrano rocce su cui si notano “Le Rudiste”, resti fossili di molluschi oggi estinti.
Dislivello 512 m.  Durata 5 ore.

                  1. Escursione lunga e impegnativa. Si raggiunge la Serra Dolcedorme, la vetta più alta del Massiccio del Pollino.

Si attraversano i Piani di Pollino con le morene glaciali fossili da Ovest a Est.
Si raggiungono al Piano di Acquafredda gli “Alberi Serpenti”, faggi di grandi dimensioni dalle forme particolarmente contorte.
Si sale alla Serra Dolcedorme dal versante Est e si ridiscende dal versante Ovest.
Panorama mozzafiato verso lo Ionio e il versante occidentale del Massiccio.
Dislivello 700 m. Durata 6 ore.

Martedì 2 Giugno Sulle orme di Carlo Levi. Aliano e i suoi Calanchi.

Visita al paese di Aliano.
Un paese in una zona che ci ricorda la Cappadocia e i suoi colori contrastati, posto sulla sommità di una collinetta argillosa e sul bordo di un calanco vertiginoso.
Qui Carlo Levi fu confinato durante il fascismo (’35-’36) ed è il paese in cui ambienta il suo romanzo “Cristo si è fermato ad Eboli” anche se cambiandone il nome in Gagliano.
Ecco i calanchi descritti da Levi:…“spalancai una porta-finestra, mi affacciai ad un balcone, dalla pericolante ringhiera settecentesca di ferro e, venendo dall’ombra dell’interno, rimasi quasi accecato dall’improvviso biancore abbagliante. Sotto di me c’era il burrone; davanti, senza che nulla si frapponesse allo sguardo, l’infinita distesa delle argille aride, senza un segno di vita umana, ondulanti nel sole a perdita d’occhio, fin dove, lontanissime, parevano sciogliersi nel cielo bianco”….

Ogni ulteriore informazione e dettaglio è a disposizione dell’agenzia responsabile dell’organizzazione della gita, i cui recapiti li potete trovare presso la nostra sede.